I giornalisti professionisti Rosa Maria Di Natale e Daniele Lo Porto |
Il giornalista del futuro dovrà
avere una sempre maggiore padronanza diretta delle nuove tecnologie e dei
sistemi innovativi di informazione, dalla gestione avanzata dei social network
alla programmazione web. La redazione tradizionale, luogo d'incontro e di organizzazione del lavoro, con una “catena di produzione” delle notizie sempre uguale e
sedi come quelle delle grandi fabbriche, è destinata a scomparire. Ma se in
Italia parliamo al futuro, Paesi come gli Stati Uniti e la più vicina
Inghilterra, o la Germania ,
declinano già questa visione al presente.
Giornalismo tra crisi e
nuove professionalità - Appunti da Perugia è il tema dell'incontro
tenutosi domenica 12 maggio a cura dell'Assostampa di Catania sulle ultime novità
internazionali legate alla professione;
trasformazioni già in atto o che avverranno in un prossimo futuro,
emerse in occasione del recente Festival del giornalismo di Perugia.
Un appuntamento annuale quello di
Perugia, giunto alla sua settima edizione e consolidata occasione di analisi a
tutto tondo, sulle dinamiche internazionali dell' informazione, e i riflessi su
ciò che sarà il giornalismo in Italia, in termini di formazione professionale e
di modelli di business, ancora lontani
dall'aver trovato nuove forme di ricavi sicuri.
A parlarne è stata la giornalista
Rosa Maria Di Natale, introdotta da Daniele Lo Porto, segretario provinciale
dell’Assostampa. La giornalista ha fornito ai colleghi, e a studenti della Facoltà di Scienze della Comunicazione e di Beni Culturali, un ampio e dettagliato resoconto di
quanto discusso a fine aprile a Perugia, oramai considerata dai giornalisti
europei la “città del giornalismo del
futuro”.
Daniele Lo Porto, segretario provinciale dell’Assostampa |
Alberto Molino (a sinistra) e Andrea Battaglia (a destra), coordinatori editoriali del magazine free press Voci di Città, insieme al direttore Daniele Lo Porto (al centro) |
Rosa Maria Di Natale (che a
Perugia ha tenuto un workshop sul mobile journalism per conto dell'ONA, l'Online News Association) ha in particolare segnalato il tanto atteso intervento
in Italia di Emily Bell, già
responsabile del segmento digitale al Guardian, ora direttrice del Tow Center
alla Columbia University; la Bell ,
autrice del dossier Post industrial journalism, ha dipinto uno
scenario piuttosto impegnativo per i giornalisti dei prossimi anni oramai non
più così lontani, dove a salvare le grandi aziende non ci
sarà più la pubblicità. A sopravvivere sarà il professionista iper-specializzato, lontano dal modello del "cronista tuttologo", ma
esperto di cultura digitale e pronto ad
acquisire abilità tecnologiche avanzate.
Nel mondo dell'informazione,
dove oggi i giornalisti hanno oramai perso il ruolo di "custodi
unici" delle notizie, sempre più spazio si ritagliano Twitter e Facebook,
ormai fonti di notizie, iperlocali o nazionali, alimentate più dai cittadini
che dai giornalisti stessi.
Alla relazione è seguito un
interessante dibattito con la partecipazione di Luigi Ronsisvalle, vice
segretario nazionale della Federazione della Stampa, di Alberto Cicero,
segretario regionale dell’Assostampa, di Piero Maenza, già responsabile della
sede Rai di Catania, di Graziella Nicolosi e di alcuni giovani aspiranti
giornalisti.
La redazione
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